RASSEGNA STAMPA

CORRIERE SERA - «Amareggiato ma sereno non mi rimprovero nulla»

Roma, 2 luglio 2009

L`avvocato Coppi: ha chiesto di valutare al più presto il suo operato
«Amareggiato ma sereno non mi rimprovero nulla»

Amarezza ma determinazione. «Non ho niente da rimproverarmi» confida Gianni De Gennaro ai suoi amici dopo la richiesta a due anni di condanna dei pm di Genova sui fatti del G8 2001. E, ora più che mai, l'ex capo della polizia, «si sente sereno» che alla fine verrà riconosciuto innocente dall'accusa di aver indotto l'ex questore di Genova, Francesco Colucci, a mentire ai giudici sull'irruzione sanguinosa degli agenti nella scuola Diaz. Dopo aver riferito di un suo indiretto coinvolgimento, Colucci in aula ha successivamente sostenuto che l'ex capo della polizia era all'oscuro della mattanza dei no global nella scuola Diaz.
Ma non nasconde nemmeno di «sentirsi amareggiato», De Gennaro, per l'accusa che, attualmente, macchia una carriera iniziata come investigatore preferito di Giovanni Falcone e giunta ora al vertice del Dis, la struttura di coordinamento dei servizi segreti. Una posizione delicatissima in questi giorni di vigilia al G8 dell'Aquila, fatta di continui contatti con l'intelligence straniera. «Ha ripreso subito il suo lavoro. Sin dal viaggio di ritorno da Genova sono iniziate le telefonate e nel pomeriggio era al suo posto di lavoro» riferisce uno dei difensori di De Gennaro, il professor Franco Coppi, assicurando che la richiesta di rinvio a giudizio, non ha lasciato l`ex capo della polizia «abbattuto o prostrato».
«Certo però che il momento scelto dai pm poteva essere migliore» commenta un suo amico. «Gianni è un vero funzionario dello Stato. Molto sicuro di sè. L'unico momento di scoramento che gli ho visto vivere è stato quando Romano Prodi annunciò in modo abbastanza estemporaneo in aula la sua sostituzione al vertice della polizia. Lui è sereno della sua innocenza. Ma esporlo così proprio alla vigilia del nuovo G8... Meno male che c`era stato l'appello del capo dello Stato alla moratoria delle polemiche» sorride il compagno di vacanze.
Ma Coppi, principe del foro, spegne: «Sono solo coincidenze processuali. Non voglio entrare in polemica con Berlusconi, ma sia De Gennaro che io siamo convinti che negli incarichi importanti ci siano onori e anche oneri e bisogna affrontarli. Per questo, sentendosi innocente, ha chiesto, per correttezza anche verso il Paese, che venisse immediatamente valutato il suo operato». Nessun imbarazzo nei confronti dei colleghi dell'intelligence straniera suoi ospiti nei prossimi giorni? «Lui è molto conosciuto all'estero e anche molto apprezzato, soprattutto negli Stati Uniti. Non dimentichiamo che è quello che ha fatto ritornare Buscetta, che ha collaborato con Flacone, che è stato coperto di riconoscimenti anche internazionali. Lo stesso pm in aula ha detto che è quanto di meglio c'è nelle istituzioni».
Nemmeno ieri, quando proprio lui, che ha arrestato una schiera di mafiosi, di sequestratori e narcotrafficanti, si è ritrovato sul banco degli imputati ad ascoltare la richiesta di condanna ha maledetto la scelta del rito abbreviato. Coppi conferma: «E' una scelta che ha fatto subito. E non ha mai tentato di tornare indietro».

Virginia Piccolillo